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Villa Pantiera Martinsicuro Facciata

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VILLA PANTIERA / MARTINSICURO

«Dimora è quella che trattiene l’anima, non solo il corpo.»

Villa Pantiera Martinsicuro foto d'epoca

VILLA PANTIERA

 

LA STORIA

Villa Pantiera è una dimora storica ubicata a Martinsicuro (TE), risalente al 1640, ex proprietà della famiglia Ricci Taliani De Marchio,  ricostituita completamente nelle parti esterne durante i primi del Novecento. Villa Pantiera deve il suo nome al fatto che anticamente la zona ove ora sorgono la casa e la proprietà era una palude ricca di canneti e giunchi, frequentata da appassionati di caccia alle anatre, beccaccini ed animali acquatici.

 

La villa, infatti, originariamente era nata come un casino di caccia, in quella zona di confine chiamata fin dall’antichità Marcuzio. La tradizione popolare ci rimanda a due storie sull’origine di questo nome: la prima riguarda un brigante che agli inizi del Settecento nei momenti di pericolo, si rifugiava nello stato pontificio perchè vi vigeva il diritto d’asilo, per poi ricominciare le sue prodezze una volta calmate le acque; la seconda tramanda la crudeltà del generale spagnolo Marten Segura, responsabile del forte.

 

Agli inizi del Settecento, Giambattista Ricci, nonno e omonimo dell’ultimo proprietario, vi si trasferì definitivamente dalla Avida Abbadia di Corropoli.

 

Nel 1900 egli iniziò a bonificare tutta la proprietà che allora si estendeva, per un totale di 150 ettari, dal mare fino alla strada consolare oggi Adriatica, costruendo delle grandi vasche e canali di collegamento. Ne ricavò, con questa agricoltura avanzata, un terreno fertilissimo che produceva ortaggi, frumento e foraggi a rotazione durante tutto l’anno.

 

La costruzione originaria del 1640 (la data è stampigliata sui mattoni delle fondazioni) era solo un rudimentale rifugio per la caccia, ma nel 1902, in occasione delle nozze di Giambattista Ricci con la Marchesina Zoe Silvestri, Villa Pantiera subì radicali trasformazioni, diventando una graziosa Villa con soffitti Settecenteschi e aggiunte Liberty.

 

L’architetto ascolano Matricardi ne curò il progetto, fu aggiunta una torre al corpo centrale della casa per potervi ricavare un bagno ad ogni piano, fu modificata la scala interna e le facciate esterne furono dipinte in puro stile Liberty. In un festone sotto il cornicione, cani da caccia si rincorrevano per tramandare ai discendenti il ricordo della passione del proprietario per l’arte venatoria e per il suo rinomato allevamento di pointer, con cani più volte vincitori di concorsi di lavoro e di bellezza nazionali ed internazionali.

 

La Villa è caratterizzata da una armoniosa scala esterna ad esedra che conduce dal giardino al terrazzo del piano nobile, dove è la porta d’ingresso sovrastata dallo stemma di Famiglia racchiuso tra volute floreali immette all’interno della Dimora.

 

Il pianoterra, anticamente destinato a cantina e dispensa, è caratterizzato da ampie volte a botte, mentre i piani superiori hanno il soffitto realizzato con camere a canne, metodo largamente utilizzato nell’Ottocento.

 

Uno dei saloni del piano di rappresentanza conserva eleganti pitture di Egidio Coppola (Ripatransone 1852 – Ascoli Piceno 1929) che proprio in quel periodo diventerà il più famoso decoratore di Ville della zona. 

 

Sempre al piano di rappresentanza bellissimi pavimenti di Cotto Marchigiano Settecentesco a disegni nella stanza del biliardo, nella camera da pranzo, e nei due grandi saloni da ricevimento.

 

Tutto attorno al Palazzetto Liberty è steso un giardino di assetto Ottocentesco. Circondato da siepi di Pitosforo ed Alloro che si intersecano, fanno da grande barriera enormi Eucalipti piantati nel 1901 che fanno da sfondo alle Palme Washingtonia e agli immancabili Lecci.

 

Sulla facciata si apre il cancello con le iniziali degli ultimi discendenti della famiglia Taliani Ricci De Marchio. Sulla sinistra dietro la siepe, dove c’era un aranceto distrutto nella gelata del 1929, oggi si estende l’azienda vivaista del proprietario conosciuta internazionalmente. Qui si coltivano principalmente ulivi, allori, pitosfori e palmizi. Alla fine del prato, sul retro della Villa, troviamo il giardino.

«Nel tepore della villa, il mattino è un sorso d’ambra e silenzio.»

Villa Pantiera Martinsicuro scala internaVilla Pantiera Martinsicuro scala esternaVilla Pantiera facciataVilla Pantiera cancelloVilla Pantiera Martinsicuro Camera CardinaleVilla Pantiera Martinsicuro Suite AviVilla Pantiera Martinsicuro Suite MarchesiVilla Pantiera Martinsicuro Suite Marchesi

VILLA PANTIERA

 

GLI AMBIENTI

L'ANTICA TAVERNA (l'antico cuore della terra)

 

Al piano terra, in continuità con il giardino si trova l'Antica Taverna un tempo cantina e magazzino, è oggi dimora dei conviti privati: volte a botte, pietre nude e ombre che raccontano di vendemmie, racconti e canti d’osteria. È qui che l’anima rustica della villa si lascia ancora ascoltare.

 

PIANO NOBILE (l'arte dell'accoglienza)

 

Salendo per la maestosa scala ad esedra si accede all’antico Piano Nobile, il cuore storico della dimora.

Dall’ingresso principale si apre la Sala dell’Accoglienza, soffusa di luce e memoria.

Alla destra, si gioca il silenzioso teatro della Sala del Biliardo, dove il tempo pare battere a colpi di stecca.

Alla sinistra, la Camera del Cardinale accoglie con la sua aura raccolta e nobile.

Oltre, si distende la Sala del Convitto, dove un tempo la parola e la lettura fluivano in egual misura.

E infine, il corridoio in rosso pompeiano introduce alla Camera Blu, stanza rarefatta, di quiete e riflessione di lauti pasti di un tempo.

 

PIANO DELLE SUITE (il sonno degli eletti)

 

Una scala in marmo rosso, degna di un poema liberty, conduce al secondo piano, la zona più intima e preziosa di Villa Pantiera, dove si susseguono le cinque Suite, ognuna custode di una storia e di un nome dal sapore araldico e decadente:

 

Suite Grande – ampia e luminosa, domina lo spazio con la sua solennità sobria.

Suite dei Marchesi – un tributo al lignaggio e alla grazia antica, elegante come una lettera vergata a mano.

Suite degli Avi – memore dei volti che hanno abitato la villa nei secoli, conserva un’anima antica e affettuosa.

Suite del Baldacchino – un abbraccio di stoffe e penombra, dove il riposo diventa rito.

Suite delle Grazie – la più delicata, intima e inafferrabile: come un mattutino sussurrato tra libri e tazze di porcellana.

«Villa Pantiera non si visita, si attraversa come un romanzo.»

I SERVIZI

 

- Aria Condizionata

- Autoclave

- WiFi

- Sala Colazione

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